Il vitigno Carignano

Il Carignano è uno dei vitigni a bacca rossa della Sardegna  che negli ultimi anni ha riscosso un grande aprezzamento tra produttori e consumatori.
E' diffuso in maniera preponderante nel Sulcis, regione del sud-ovest della Sardegna, infatti in questo territorio raggiunge il 70% delle varietà presenti.  La superficie di coltivazione si estende su circa 1700 ettari , il 7% di quella totale della Sardegna, ma nonostante la limitata diffusione, il Carignano è sicuramente  uno dei vitigni più interessanti e prestigiosi dell ’enologia sarda.
Un ipotesi sull’origine di questo vitigno è quella della sua introduzione da parte dei Fenici attraverso l’approdo di Solci, città da loro fondata, le cui rovine sono ancora visibili nell’isola di S. Antioco. Questa ipotesi è convalidata dalla presenza di questo vitigno nelle regioni viticole di Tunisia, Algeria e Marocco, tutte interessate da insediamenti fenici. Ma considerando  la presenza della vite e del vino in Sardegna alla fine dell'Età del Bronzo Medio (XV sec. a.C.), niente esclude che il vitignio sia stato portato da Solci agli altri insediamenti fenici.
Un'altra ipotesi fa risalire l’inizio della sua coltivazione in questa zona al periodo aragonese, in relazione al fatto che questo vitigno viene denominato col nome dialettale di Axina de Spagna.
Esso è presente in Spagna col nome di Carinena e Mazuela, in Francia come Carignane Noire, Mollard e Girarde, in Toscana e Marche come Legno Duro.
Sotto l’aspetto morfologico il Carignano presenta foglie pentagonali, medio-grandi, pentalobate, con pagina superiore di colore verde brillante e pagina inferiore di colore verde chiaro; il grappolo è di grandezza media, di forma piramidale, alato, compatto, con acini anch’essi di media grandezza, a buccia molto spessa e pruinosa, di colore bleu intenso, a succo incolore o leggermente rosato.
È un vitigno vigoroso, con produzione abbondante e costante. Scarsamente resistente alle crittogame, in particolare all’oidio, presenta, invece, buona resistenza ai venti salsi e ai freddi primaverili; è quindi un vitigno che può crescere bene lungo le coste.
È impiegato esclusivamente per la vinificazione, per la produzione della DOC "Carignano del Sulcis" e  in alcuni vini di diverse IGT della Sardegna. Nell' Altea Rosso  è in uvaggio con altre uve a bacca rossa  di vitigni autoctoni come Cannonau ed altri vitigni minori.

I vigneti
Molti dei vigneti a Carignano, in particolare quelli della zona di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco, a livello del mare, sono stati impiantati prima dell’invasione fillosserica (alcuni oltre trecento anni fa). La fillossera (Philoxera vastratix), un afide parassita della vite, giunto in Europa dall’America alla fine del XIX secolo, ha modificato profondamente la viticoltura europea, portando all’utilizzo di viti bimembri, in cui l’apparato radicale (portinnesto) è fornito da specie di viti americane, resistenti alla fillossera, mentre la porzione epigea (varietà innestata) appartiene alla Vitis vinifera.
Nella zona di Calasetta, invece, la viticoltura non ha subito questo tipo di trasformazione, perché i terreni sabbiosi impediscono gli spostamenti di questo insetto, rendendolo inoffensivo, di conseguenza le viti possono ancora essere utilizzate “franche di piede” (con radici proprie).

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